Il 4 e 5 maggio ricorre per i Paesi Bassi la giornata della liberazione dal dominio nazista della II Guerra Mondiale. Per questo motivo ho deciso di scrivere questo articolo e raccontarti delle donne della resistenza olandese.
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La II Guerra Mondiale ad Amsterdam e in Olanda
All’inizio del 1940 i tedeschi iniziano l’invasione dei Paesi Bassi. La prima grande azione che sancisce l’inizio dell’occupazione è il bombardamento dell città di Rotterdam per 3 giorni consecutivi. Il risultato di questo evento è la quasi totale distruzione della città con un totale di 800 morti e 78.000 senza tetto. Il giorno seguente l’intero paese si arrese.
Subito dopo a Londra, dove la regina Guglielmina era fuggita insieme alla famiglia reale olandese, viene formato un governo provvisorio. Un governo che tramite collegamento radio rimane sempre in contatto con i sudditi olandesi. Anche Anne Frank nel suo diario ci racconta di questi eventi.
Alla storia di Anne Frank e al suo diario ho dedicato un’intera puntata del mio podcast CASA AMSTERDAM. Ti invito ad ascoltare l’episodio per fare un viaggio nella sua storia e all’interno dell’alloggio segreto di Amsterdam chiamato CASA DI ANNA FRANK.
Il quartiere ebraico di Amsterdam
Nel 1941, ad occupazione già avviata, i tedeschi costringono tutti gli ebrei dei Paesi Bassi a trasferirsi ad Amsterdam. Di conseguenza la popolazione cresce esplosivamente e si forma un vero e proprio quartiere ebraico.
Le strade più abitate dagli ebrei sono strade accessibili solo tramite ponti. Questo permetteva ai tedeschi di controllare meglio l’area bloccando l’accesso ai ponti e rendendo impossibile raggiungere il quartiere senza permesso. Dall’isolamento si passa in breve tempo alla vera e propria deportazione fino a quando dei 140.000 ebrei che vivevano nei Paesi Bassi prima della Seconda Guerra Mondiale, non meno di 107.000 furono deportati verso i campi di concentramento, e soltanto 5000 di loro sono sopravvissuti.
La foto che segue ti mostra come appariva nel 1941 la famosa piazza chiamata Nieuwmarkt nelle prime fasi dell’occupazione: con il filo spinato a segnare la distanza tra ebrei e non ebrei.
La resistenza olandese
La resistenza olandese si sviluppa molto lentamente e il numero degli attivisti cresce col proseguo dell’occupazione. A partire dal 1944 il ruolo della resistenza diventa fondamentale per gli Alleati per cui la resistenza esercita attività di controspionaggio, sabotaggi e costituzioni di reti di comunicazioni clandestine.
Una delle questioni fondamentali durante la guerra è trovare un modo per portare da mangiare e aiutare chi è nascosto in piccole stanze e non può uscire di casa. Questo è il caso di Anne Frank e della sua famiglia, ne ho parlato in questo articolo dove ti racconto com’è la casa e come visitarla.
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La resistenza riesce a svilupparsi nella forma di piccole celle autonome con attività indipendenti a causa della conformazione del territorio. Il modus operandi è uguale per tutti e prevedono opere come: falsificazione di tessere annonarie, falsificazione denaro, pubblicazione di giornali clandestini, sabotaggio di linee telefoniche e ferroviarie, compilazione di cartografia, attività di intelligence, distribuzione di cibo e altri generi conforto.
L’evento che commemora la giornata della liberazione – 4/5 maggio
Il 4 e 5 maggio sono due date molto importanti per il popolo olandese e per Amsterdam perchè si ricorda la liberazione dalle truppe tedesche e i caduti della seconda guerra mondiale.
I re e i reali d’Olanda arrivano ad Amsterdam per assistere e partecipare alla celebrazione che si tiene all’interno della Nieuwe Kerk di Dam a cui segue la deposizione di fiori ai piedi dell’obelisco, il monumento dei caduti di guerra.
Il nome ufficiale dell’obelisco è Naational Monument, l’obelisco bianco che contiene dodici urne, ogni urna al suo interno possiede dei terreno proveniente da varie regioni dell’Olanda.
Il 4 maggio alle 20:00 la nazione segue 1 minuto di silenzio prima della deposizione dei fiori all’obelisco.
Le donne della resistenza olandese
Secondo la storica Marjan Schwegman, è difficile dire esattamente quante donne di resistenza ci fossero, ma stima che almeno un terzo delle persone nella resistenza fossero donne.
Ma cosa hanno fatto di preciso? Nascondevano le persone nelle loro case, attraversavano il paese in bicicletta con armi e buoni pasto, pianificavano attacchi e portavano via di nascosto i bambini ebrei per portarli in un luogo sicuro.
“Il fatto che le storie delle donne siano state trascurate è in parte dovuto al fatto che durante la guerra è stato scritto il meno possibile per motivi di sicurezza”, afferma Schwegman. “E dopo, molti membri della resistenza non hanno voluto parlare delle cose spesso tristi che avevano vissuto. Inoltre, le donne erano spesso modeste, davano per scontato che aiutassero le persone durante la guerra”.
Di seguito la storia di alcune delle meravigliose donne della resistenza olandese.
Sabine Zuur
Sabine fa il corriere fino a quando non viene tradita e arrestata il 28 aprile 1943. Sopravvive a tre campi: Amersfoort, Ravensbrück e Mauthausen, ma dopo la guerra non tornerà più all’allegria che la contraddistingueva.
Antonetta Wouters
Durante la guerra Antonetta da Tilburg fu corriere capo della Geheime Dienst Nederland, un’organizzazione nazionale di spionaggio. Nel gennaio 1945 morì in un impatto con una granata nella Hasseltstraat, a soli 20 anni. Era una spia importante che per fare il suo lavoro ha dovuto infiltrarsi tra i tedeschi.
Jacoba van Tongeren
Nel 1941, all’età di 37 anni Jacoba van Tongeren fonda il suo gruppo di resistenza nel 1941. Il nome del gruppo è Groep2000 aiuta le persone a nascondersi ad Amsterdam. La riservatezza è necessaria, i membri non si conoscono per nome ma per numero. Il gruppo prende il nome da Jacoba che è la numero 2000. Jacoba disegna un giubbotto in cui contrabbanda buoni pasto alle persone nascoste. Quando lo indossa, sembra incinta.
Altre storie di resistenza sono disponibili a questo link.
Fonte: NOS
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